Alzi la mano chi non si è mai posto il dubbio: è meglio una miscela oppure una singola origine?
Per prima cosa, definiamo l’argomento della discussione.
Singola origine (o monorigine)
Quando si parla di singola origine ci si riferisce a un caffè proveniente da una determinata zona geografica: uno Stato, una regione o una specifica area di dimensione variabile. Di per sé, quindi, la locuzione non è sinonimo di qualità o di costo maggiore, ma semplicemente fa riferimento alla sola provenienza della materia prima.
Spesso lo troviamo unito al nome Kenia, Etiopia, Colombia e così via. Paesi molto vasti dove operano centinaia di produttori diversi, che utilizzano, ovviamente, modi di lavorare differenti tra loro, con la conseguenza di ottenere altrettanti differenti risultati di prodotto.
Miscela
La miscela è l’insieme di più caffè, una sorta di mix delle diverse “singole origini”, miscelate, appunto, per ottenere uno specifico profilo organolettico.
Informalmente sentiamo spesso parlare di “50/50” “60/40” “90/10”. Proporzioni che indicano null’altro che le percentuali di arabica e robusta (in quest’ordine) contenute nella miscela.
Un’indicazione decisamente troppo generica per almeno due ordini di motivi:
1) che tipo di arabica e robusta sono state inserite? Che qualità e quali caratteristiche possiedono?
Una arabica di scarsa qualità sicuramente non sarà migliore di una robusta di ottima qualità!
2) in quanto prodotto naturale il caffè è soggetto a molte variabili, quindi la proporzione può variare durante l’anno. Inoltre, non è detto che lo stesso caffè renda allo stesso modo in diversi raccolti, con l’ovvia conseguenza di dover calibrare ogni volta le proporzioni per ottenere il medesimo profilo organolettico.
Il gusto in tazzina
Per il consumatore il punto cruciale della differenza tra singola origine e miscela risiede sostanzialmente nel gusto in tazzina.
Singola origine: ogni assaggio è un’affascinante scoperta di aromi e sapori imprevedibili, di note sorprendenti che variano di raccolto in raccolto, assecondando la volubilità delle stagioni.
Miscela: ogni assaggio è una meravigliosa conferma, un rassicurante abbraccio di aromi e sapori consueti, di tonalità quotidiane.
Una bella similitudine
Un mio caro amico è solito fare questa bella similitudine: la monorigine è uno strumento che suona da solo, che sia pianoforte, chitarra, batteria o sassofono, va gustato per le sensazioni che ci restituisce; la miscela è un’orchestra, molto più difficile da assemblare ma che se gestita bene regala un risultato unico.
Quindi, che sia miscela o monorigine, i complimenti vanno a quei torrefattori che riescono a far suonare bene il loro caffè durante tutto l’anno!
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